DISTANZA CORDE ed ALTEZZA Potrebbe essere un altro tema di discussione. In parte ne abbiamo parlato, ma potrebbe essere interessante capire, sfruttando le esperienze di tutti, quali sono i criteri che ognuno segue nel decidere la distanza delle corde non solo al ponticello ma anche, e soprattutto, al capotasto. Soprattutto sarebbe simpatico analizzare le differenze fra un contrabbasso classico ed uno jazz. Visto che sono io che ho preso l' iniziativa, vorrei indicare un piccolo trucchetto, definiamolo così, per capire, specie nei contrabbassi di fabbrica sui 700/800 euro (ma non solo), se le corde sono sistemate bene in relazione alla corretta inclinazione del manico. Mi spiego meglio. Dalla mia esperienza, non solo di insegnante, ho potuto notare che alcuni problemi di tendinite (ne potremmo parlare in un Post creato su misura) sono dovuti in larga parte ad una scorretta sistemazione delle corde che risultano troppo alte nella parte centrale del manico. Cosa voglio dire. Quando acquistate uno strumento, fate ben attenzione a questo accorgimento, che sicuramente molti conoscono. A prescindere dall' altezza delle corde, tenete premuto il Re vuoto a fine tastiera; occorre notare lo spazio d' aria che si crea fra la corda e la tastiera a metà circa del manico. Ecco, questo spazio deve risultare quanto più esiguo possibile, ripeto, a corda ben premuta a fine tastiera. Perchè? Per il semplice motivo che se l' altezza a mezza tastiera è molto alta, o ben evidente, vuol dire che il manico, o la lavorazione della tastiera, non è stato incollato all' angolazione ideale per quello strumento. E' un accorgimento questo molto rilevante poichè, se questo spazio d' aria che rimane fra corda e tastiera è accentuato, anche abbassando di molto l' altezza delle corde "totali" al ponticello, sarà sempre molto difficile avere una tastiera "morbida" (che diventa tale solo con lo studio costante e con esercizi di tecnica specifici !!!). Lo sforzo delle dita sarà sempre eccessivo e, specie se si comincia a suonare senza un graduale riscaldamento, alla fine si potrebbe andare incontro a problematiche legate ai tendini. Oltre al fatto che molte esecuzioni di passaggi in posizione su due o tre corde, ad una certa velocità e di un certo virtuosismo tecnico, potranno risultare inaccessibili, o quanto meno sempre "sporchi", cioè privi della dovuta pulizia sonora che poi ci permette di essere apprezzati per la capacità di far sentire tutte le note anche in questi passi di un certo spessore musicale. Chi ha questo tipo di problema, tende a diteggiare sempre utilizzando molti spostamenti, quando si potrebbe suonare benissimo in posizione. E' un piccolo accorgimento, ne sono consapevole, ma a mio avviso di fondamentale importanza. Infatti anche uno strumento di fabbrica o di poco pregio, non solo nel classico ma anche nel jazz, se risulta ben costruito almeno sotto questo aspetto, può dare le belle soddisfazioni. In attesa di trovare uno strumento con una risposta più pronta ed un suono più pastoso e ricco di armonici. Ma attenzione: anche strumenti di fabbrica antica o di una certa liuteria, potrebbero presentare tale problematica. Controllare non fa mai male!!! E poi, detto fra noi, riuscire ad avere un manico (o tastiera) morbido e "ben reattivo" è il sogno un pò di tutti. Ma a volte si corre il rischio di abbassare troppo le corde (es.: la prima anche a tre millimetri), facendo diventare un contrabbasso più una friggitrice che uno strumento dalla bellezza sonora che, per fortuna, oggi viene rivalutata. Alla prossima Vito Liuzzi
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