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Very Hot Topic (More than 25 Replies) Accordare il contrabbasso (Read 34574 times)
Fernando Grillo
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #20 - 13.02.2009 at 18:54:44
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L’argomento proposto da Vittorio è, per me, di fondamentale importanza per il destino dei contrabbassisti italiani e non. Accolgo, quindi, molto volentieri il gentile invito di proudhon_Bakunin a trattarlo ma, poiché aborro l’illuminismo, mi limiterò a darne un breve commento (QUI, sulla brevità Paola la pensa diversamente), nella speranza che sia il più condivisibile possibile in quanto pragmatico.

Ritengo che, prima di avventurarsi negli – http//www. –, è bene rivolgersi alle risorse delle proprie “quattro mura” e verificare la disponibilità di un “diapason”: 

nell’appannaggio dei materiali per l’apprendistato.
Consiglio allo studioso, qualora ne fosse sprovvisto, di rivolgersi a http://www.musicherie.com/ (questa volta sì!) e di non lesinare nell’acquisto del migliore (sono soldi spesi bene!).
 
Io sono stato più fortunato al riguardo poiché, a suo tempo, venni a chiedere alla mia atavica bisnonna, reclusa ormai nelle “quattro mura”:
Bisnonna, ha per caso un diapason?
Sì, pronipote mio!
Vorrà donarmelo?
Certamente mio caro, è per te e per sempre!
Ma … bisnonna cara, è l’originale appartenuto a Rudolf !
Ehm … sì mi fu donato da Heinrich Rudolf Hertz il 31 dicembre del 1893 alle ore 24.00, nel mio ultimo viaggio in Germania, quando ebbi il piacere di conoscerlo di persona …
( ? )

Questo minuscolo oggetto di metallo (acciaio), assoggettato all’ardore del fuoco prima di essere forgiato, è quanto lo studioso deve possedere per compiere quei gesti rituali alle prime luci dell’alba e ancor prima di porsi al lavoro.

• Pratica mattutina:
Predisporsi al lato dello strumento (posizionato in senso verticale), sostenendolo con la  mano sinistra posta sul ceppo.
Con la mano destra impugnare il “diapason” (con il pollice e l’indice, prensili, tra la forcella e la base sferica). 
Ora attenti!
Percuotere il ginocchio della gamba destra  [Voce fuori campo: Ecco, ci siamo! Dove vuole andare a parare Mastro Grillo?] con una dell’estremità della forcella.
Questo “attacco del suono” che rende vibratile il prodigioso strumentino nella forcella, condensandone ugualmente la vibrazione della sottostante sfera, è di fondamentale importanza per il risveglio della coscienza dell’operatore: la qualità sonora-vibratile dipenderà, infatti, dall’impatto del metallo sul ginocchio e sarà rivelatrice della natura – più o meno – impulsiva del contrabbassista “in nuce”.
Portare, quindi e di seguito, il “diapason” aldisopra della “effe” più vicina e in direzione della sottostante catena (immaginarne, di questa, la posizione), appoggiando la base della sfera, con la delicatezza dovuta e in modo quasi impercettibile, sul piano armonico: Et voilà … l’attacco del suono prodotto sul ginocchio si riverbera attraverso il piano armonico … la catena, nel misterioso antro dello strumento ed un suono, di 440hz, si effonde prodigiosamente dalle “effe” all’intorno, nell’abitacolo dello studioso.
A questo punto, e sempre di seguito, memorizzare il suono nel cervello (attraverso la sinapsi neurotrasmettitore per la ricaptazione nella membrana presinaptica, sempre per non scontentare ancor più gli scienziati!), riporre il diapason, impugnare l’arco, assumere la posizione allo strumento in modo corretto (qui si dovrebbe aprire un nuovo capitolo! ma per intanto unisco alcune brevi considerazioni, più avanti, nelle “Postille”). 
Procedere, quindi,  alla “Accordatura Normale” iniziando dal 3° armonico della II Corda “intavolando”, per il mezzo della meccanica della “macchinetta”, il suono armonico del “diapason” ancora aleggiante all’intorno.
Vedasi avanti, nelle “Postille”: Accordatura del Contrabbasso.
È ovvio che trattandosi di un 3° armonico o rapporto numerico pitagorico 3:2 (piccola rivelazione: significa che il 3° armonico appare 2 volte nella corda), potrà essere intavolato in due posizioni (“Visione “speculare” di quello che è in basso è in alto e vice versa): quella al “manico” (come sopra) e quella al “capotasto”, diteggiando opportunamente con il + (capotasto) e il 2, nel procedimento dell’accordatura iniziando dalla prima corda verso la quarta. 

Per la “Accordatura Solista” accordare l’armonico del “diapason” con il 4° armonico della I Corda, intavolando in IV posizione.

L’intavolatura  delle altezze del suono, sia per l’accordatura “Normale” che per quella “Solista” sono, a seguire, sempre in posizione “a mano ferma”, iniziando dalla prima corda verso la quarta.

Si consiglia per una “Accordatura personalizzata” di aggiungere progressivamente una o due Hertz di differenza (assecondando il proprio stato d’animo) nel procedimento dell’accordatura dalla I alla IV Corda (avremo, alfine, una IV Corda più “piena” e “corposa”).

À propos … nell’intavolatura delle altezze del suono è il posizionamento del Primo dito, l’ indice, che determina la posizione, ad iniziare dalla Prima Mezza posizione ½ e a seguire I, II, III, IV posizione, etc. (avanzando sempre con il primo dito!).

« Last Edit: 15.02.2009 at 16:33:26 by Fernando Grillo »  
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Fernando Grillo
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #21 - 13.02.2009 at 18:57:21
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Altro ancora si dovrebbe dire per l’intonazione non temperata che viene a proporsi ogni qual volta si preme la corda (producendo, quindi, un I° armonico!), ma è un argomento sopraffino che richiede un portato di esperienze sull’attività e passività o ancora sulla giustezza di ogni grado di una scala nel rispetto delle diverse tonalità: ad ascendere con i "diesis" e a discendere con i "bemolli" !, (a prescindere dall’amorfa tonalità di DO Maggiore).
Una, per tutte, l’incredibile 7° armonico, calante “in natura” e corrispondente al IV grado, discendente, di tonalità! Grado misterioso su cui si fonda il Sistema Armonico d’occidente.

Fernando Grillo

Postille:

• POSIZIONE ALLO STRUMENTO “IN PIEDI”

Posizionare lo strumento in senso verticale, sostenendolo con la mano sul “ceppo”.
Porsi al lato della fascia destra dello strumento, fare un passo indietro, sostenere il peso del corpo sulla gamba destra e. quindi, muovere lo strumento, da verticale a poco inclinato e in modo obliquo, portando nel contempo e ugualmente avanti di poco ed in modo obliquo il corpo; nell’incontro con lo strumento l’angolo, della fascia laterale destra ed il fondo dello strumento, s’incunea nel corpo e in corrispondenza della parte superiore dell’inguine. Il peso del corpo sarà bilanciato sulla gamba destra, che assumerà la posizione di “riposo” come in uso nella prassi della ginnastica artistica. 
La gamba sinistra non dovrà mai sostenere lo strumento all’indietro, del fondo dello strumento.
L’appoggio e il grado d’inclinazione devono consentire il minimo “peso” dello strumento sul corpo, in corrispondenza e all’altezza superiore dell’inguine. Il “capotasto” della “tastiera” dovrà essere poco al di sopra dei propri occhi; si agirà quindi sul “puntale” più o meno rientrante, per stabilire la corretta altezza dello strumento.

Predisporre lo strumento in posizione “aperta” rispetto alla propria “pancia” e rivolto verso un ipotetico uditorio, sostenendolo con il solo pollice, sempre “ben articolato”, della mano sinistra posto all’indietro del manico. 
In alternativa sostenere lo strumento con la “spalla”, se la posizione della mano sinistra è “al capotasto”. In questo caso il corpo non s’inclina, ma rimane eretto per quanto è possibile. 
L’accordatura dello strumento è fondamentale per quanto riguarda l’azione meccanica, in quanto questa è difforme dalla posizione stabile e corretta allo strumento. Il motivo principale di un’errata posizione allo strumento deriva proprio dalla sottovalutazione dell’azione della mano sinistra che, muovendo per portarsi alle “macchinette”, fa assumere allo strumento una posizione non consona al suo corretto sostegno.
In osservanza del sostegno dello strumento con il solo pollice della mano sinistra, eseguire un esercizio preliminare finalizzato all’accordatura dello strumento:
(N.B. Giova ripetere che questo esercizio è fondamentale in quanto impedisce che lo strumento assuma, a motivo dell’accordatura, altra posizione rispetto al corpo nel momento in cui il pollice si distacca dal manico, per portare la mano alla macchinetta):
Iniziare l’esercizio ponendo la mano sinistra alla IV posizione dell’intavolatura dello strumento: 1 (indice) in posizione del 4° armonico della corda e quindi 4 (mignolo) in posizione del 3° armonico della corda, senza toccare le corde.
• Spingere lo strumento in avanti, di poco e con il pollice – ben articolato – per poi riprenderlo, in caduta all’indietro, con la mano in posizione d’impugnatura della macchinetta della prima corda e, di seguito:
• Spingere lo strumento in avanti dalla macchinetta, sempre di poco e con la mano, per poi riprenderlo, in caduta all’indietro, con il pollice all’altezza della IV posizione del manico, senza toccare le corde. 
• Similmente per le macchinette della II, III e IV corda. 
Esempio d’errata posizione dello strumento durante l’accordatura: la fascia laterale destra viene appoggiata sulla pancia!; posizione assolutamente da evitare!, poiché impedisce di fatto l’utilizzo della IV corda e altera la perfetta verticalità della corda nell’incontro “cruciale” con l’arco. 
Questa posizione, una volta assunta imprudentemente, perdurerà non riuscendo, l’allievo, a ravvedersi più dell’errore.

Lo strumento, in definitiva, è sostenuto per la posizione “al manico” dal solo pollice (ben articolato tra il medio 2 e anulare 3), mentre per quella “al capotasto” dalla sola spalla. 
In posizione di riposo lo strumento è sostenuto dalla sola mano sinistra, sempre ben articolata, posta sopra il “ceppo”.
In assenza del Docente e per un autocontrollo, è molto ben suggerito dal M° Vito Domenico Liuzzi: “Rimane il pur sempre valido specchio!”.


• Accordatura del contrabbasso



Giann, Grazie per il “mostro”!
« Last Edit: 15.02.2009 at 16:56:53 by Fernando Grillo »  
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #22 - 13.02.2009 at 19:58:38
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Mostro è altamente riduttivo!!!
Prego Maestro
Giann
  
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Fernando Grillo
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #23 - 14.02.2009 at 18:35:57
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Appunto …
Le riporto i dati essenziali dell’esistenza di Heinrich Rudolf Hertz (Amburgo, 22 febbraio 1857 – Bonn 1° gennaio 1894).
La mia bisnonna, che temperamento! (no equabile)
… sarà dovuto al dìenneha?

Fern

P.S.
randoservice Re: Accordare il contrabbasso
Risposta #17 - Ieri alle 10:54:43
.... Interessante! … Il M° ottaviani, per esempio le accorda leggermente crescenti, …

Il Maestro Ottaviani ha ragione da vendere. L’operazione si compie, infatti, attraverso l’accordatura, meglio ancora se lo “a crescere” sia progressivamente graduato con le differenze di Hertz, ma verso il grave e sempre nel rispetto del proprio stato d’animo.

proudhon_bakunin Re: Accordare il contrabbasso
Risposta #19 - Ieri alle 11:54:27
Provo a scrivere … e al fatto che re# e mib in accordatura naturale non hanno lo stesso suono.

Touché! Bravo!

Fernando Grillo

Commento al – re# e mib – di proudhon_Bakunin:

Verdi, prima del “solo” IV Atto, dove Otello penetra nella camera di Desdemona, proveniva da una tonalità di Lab Maggiore. Volendo dare gravità all’evento drammatico che stava per prodursi, pensò di affidare ai contrabbassi quel ruolo terrifico, ma non potendo aggiungere all’armatura del contrabbasso una IV corda Mib, più confacente all’impianto armonico del “solo”, in quanto avrebbe stravolto il procedimento di accordatura per quarte del nostro amato strumento, risolse d’introdurre i contrabbassi, con la IV corda Mi bequadro, facendoli progredire nel progetto armonico nella tonalità, nascosta, di Mi Maggiore. Risolto il primo dubbio amletico si protrasse sino all’ottava battuta (8 ! Attenti! Ci siamo!) e qui si avvide dell’ineluttabilità di un destino che, se continuando su quella falsariga lo avrebbe condotto, muovendo con gradualità l’impianto armonico, a risolvere il brano su una tonalità inesistente Sol# Maggiore! Il furbetto di Busseto a questo punto attuò il trucco scespiriano/verdiano, e si risolse, improvvisamente, ad enarmonizzare …. e il Re# divenne Mib! (Sic!). Dipoi, con il ditino sul pf., constatò che nulla era successo (ma se n’accorgerà dopo ! ! !): il dito non si era mosso ! ! ! Ma non si curò, cosa grave, dell’effetto traumatico che avrebbe causato ai malcapitati contrabbassisti, che non avrebbero potuto modificare l’intonazione, trattandosi di uno strumento “non temperato”, e muovere il dito all’indietro e, in definitiva privarsi anche della bellezza di quel 7° grado (Re#) che avrebbe potuto risolvere, nella naturalità del procedimento armonico, nell’ottavo Mi bequadro (ossia: primo grado di tonalità) e, così continuando sino alla fine, concludere degnamente il “solo” nell’avveniristica tonalità di Sol# Maggiore! 
Mi sembra di ascoltare Verdi che mormora tra sé, durante il “dubbio”: “Che m’importa, non sono affari miei! Eppoi della minuscola differenza tra le due basse frequenze Mib e Mi bequadro nessuno se n’accorgerebbe, del pubblico al Teatro alla Scala; mah! …”, ma non credo che abbia fatto queste considerazioni, poiché in totale incoscienza non si rendeva conto del danno che avrebbe provocato ai contrabbassisti, da quel tempo e sino ai giorni nostri. Aggiungi ancora la “beffa” del bemolle senza parentesi di precauzione affiancato al Mi, il cui bemolle, per l'appunto, è già prescritto in chiave (sempre alla battuta 8) ed aggiunto solo per far intendere ai contrabbassisti che qualcosa è mutato ... !!! … Non ho parole: umiliante!

Intorno agli anni in cui Verdi componeva, lo  “Shock anafilattico” non era ancora stato individuato dagli scienziati. Oggi, invece, si sa di più su questa “sindrome da contatto” a causa del dito che preme la corda sulla tastiera, producendo un 1° armonico Re# per essere trasformato poi, “magicamente”, in un 1° armonico Mib, senza la possibilità di recedere dalla posizione, sia a motivo dell’inevitabile “glissato” che per la perdita dell’intonazione dell’altezza del suono e, in quest’ultimo caso, con grave pregiudizio per la professionalità dell’esecutore che si sarebbe visto ridicolizzato dall’inesperto ascoltatore, anche in quel tempo: alla “Prima” al Teatro alla Scala di Milano.
Il nostro fortunato strumento, infatti, non è temperato e la tastiera è “muta”; ma potrebbe incorrere, insieme al suo esecutore, nella “sfortuna” qualora fosse shockato da una imprudente enarmonizzazione …
Le altezze del suono non vengono determinate dal “capriccio” dell’accordatore di pf. (per fare un esempio per tutti), ma da proporzioni armoniche di elevatissima qualità, frutto di studio e conoscenza dei fenomeni della natura del suono.
« Last Edit: 15.02.2009 at 17:04:15 by Fernando Grillo »  
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Fernando Grillo
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #24 - 14.02.2009 at 18:40:37
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Piccola rivelazione: Relax, fonema (etimologicamente inesistente) sussurrato bocca-orecchio, nel solco della tradizione, che si traduce così: “QuintaGiustaX. Ad essa si accompagna il formidabile assioma: La potenza del 2 non incontrerà mai la potenza del 3 se non dopo la dodicesima trasposizione delle quinte dove avremo il massimo ravvicinamento delle altezze, per poi separarsi all’infinito… 

Pratica: trasponete, su una colonna, 7 volte il Re, per ottave: 
Re – Re (1) Re – Re (2) Re – Re (3) Re – Re (4) Re – Re (5) Re – Re (6) Re – Re (7) .

Ora trasponete 12 volte, sull’altra colonna, il Re, ma per quinte:
Re – La (1) La – Mi (2) Mi – Si (3) Si – Fa# (4) Fa# – Do# (5) Do# – Sol# (6) Sol#  – Re# (7) Re#  – La# (8) La# – Mi# (9) Mi# – Si# (10) Si# – Fa doppio # (11) Fa doppio # – Do doppio # (12).

Il ditino sempre premuto sul tasto del pf. suona (si fa per dire), sia il Re risultato della settima (7) trasposizione delle ottave che il Do doppio #, risultato della dodicesima (12) trasposizione, delle quinte (con il fondamentale sempre Re). È la dimostrazione (filosofica) che Re non è Do doppio #, ma intercorre tra loro una differenza che il filosofo di Samo quantificò nel numero: 1,0136. Il comma pitagorico o ditonico!

Analogamente si procederà per la trasposizione delle ottave e delle quinte, ma con un fondamentale Re#, e si potrà constatare che il Do triesis finale, risultante dalla trasposizione delle quinte, non è un Re# e tanto meno un Mib!. 

Lo strumento ad arco non accetta la ”enarmonizzazione”, a maggior ragione se la posizione è ferma!.

Ritengo che nella diatriba dell’epoca tra verdiani/wagnariani, questi ultimi avrebbero prevalso, sebbene il nostro Verdi si sia servito del semi/wagneriano Otello per contrastare il compositore d’oltralpe. 
Wagner, infatti, avrebbe “arrischiato”, a mio avviso, l’approdo ad una tonalità sconosciuta ai più (Sol# Maggiore), in rispetto al prudente Verdi. 
Da notare al riguardo che recentemente il nostro grande musicologo Quirino Principe definiva Wilhelm Richard un “alieno”, realmente proveniente da un altro pianeta (sic!). I contrabbassi nel Parsifal, l’ultima opera di Richard Wagner, rappresentata il 26 luglio 1882 a Bayreuth, sono spettacolari!. 
Wagner, tra l’altro,  consentì stabilmente l’uso della V Corda, il Do 1, ai contrabbassi …

Domanda: di cosa morì Giuseppe Verdi?  Roll Eyes 

Giuseppe Verdi - OTELLO.  Solo dell'Atto IV. (I soli contrabbassi a 4 Corde) 
• Le "proiezioni" degli atroci dubbi amletici/verdiani, alla “luce” del comma ditonico di Pitagora. 
Che fare? Verdi scelse di enarmonizzare!
E Versione non enarmonizzata di Fernando Grillo:



È bene ricordare che rispetto all'opera precedente, Aida (la cui prima esecuzione ebbe luogo al Cairo nel 1871 diretta da Giovanni Bottesini), Otello fu composta da Verdi dopo un lungo periodo di silenzio e di resipiscenza.
L’anno 1871, infatti, fu cruciale per il compositore di Busseto; nel settembre termina Aida; s’incontra con Giovanni Bottesini iniziando una collaborazione con il nostro amato musicista al fine di definire la prima rappresentazione di Aida al Cairo che avrà luogo il 24 dicembre, al Teatro dell’Opera di quella città (ma Verdi non si recò in Egitto per presenziare la “Prima” !!! perO' regalO' a Giovanni la IV cOrda !!!). Il motivo di questa assenza è da ricercare per me, in quel fatidico 19 novembre dove, nel Teatro Comunale di Bologna, assistette alla trionfale rappresentazione in Italia del Lohengrin di Wilhelm Richard Wagner, annotando le proprie, sconvolgenti, impressioni sulla partitura: “Fredda la scena [...] l’insieme è noioso, ma dall’orchestra escono «suoni bellissimi»”. In quel bellissimi! pronunciato, forse, a denti stretti gli appare, per la prima volta, lo spettro di Iago, con fazzoletto e da lì a Otello il passo fu breve e un nuovo afflato si riversò nel suo concepire il suono. Non più asservito a forme precostituite e chiuse, ma, piuttosto, assoggettato all’inevitabile fluire della materia sonora, come in Wagner, per l’appunto!
La prima esecuzione di Otello fu rappresentata alla Scala di Milano il 5 febbraio 1887, dopo ben 16 anni di silenzio!!! Perché?  E, ancora, perché attese tanto …. Tutto a causa di quella maledetta IV Corda ai Contrabbassi ! ! !. Non sono uno storico, ma ho cercato di dimostrarlo, potendolo fare. F.G.
« Last Edit: 15.02.2009 at 17:11:00 by Fernando Grillo »  
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Reply #25 - 14.02.2009 at 20:49:50
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.... Maestro, quando chiude la finestra e scende in strada, ogni sillaba è oro colato!!
Intanto mi sono scaricato, i 2 magnifici pdf, il primo credo me lo faccio stampare 50x70 e ci faccio un bellissimo poster! il secondo me lo conservo, ... tra qualche anno....
Purtroppo, ho circa 24 ore di delay, ... fossi un pò ritardato??, ... non avevo capito, .... ha il diapason originale di Hertz!!!??? ..... avesse per caso anche la pietra filosofale???, ... ormai non mi stupisco più di nulla quando c'è di mezzo il M° Grillo!!, .... quindi nella storia della musica c'è anche stato un altro extraterrestre oltre a Lei, eravate dello stesso pianeta o venivate da galassie diverse???
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Reply #26 - 14.02.2009 at 21:30:01
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'osse vero...
  
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #27 - 14.02.2009 at 21:37:57
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... Non userà mica il diapason di Hertz, per stringere la vite del puntale?? Shocked
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P.S. forse, prima di mandarcelo, le hanno cancellato il ricordo dell'altro pianeta!
  
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Reply #28 - 14.02.2009 at 21:41:11
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Perchè, non dovrei? Dopotutto ...
  
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #29 - 14.02.2009 at 21:45:13
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Beh, in effetti,.... però credo dispiacerebbe anche al suo contrabbasso! ... vedere il diapason di Hertz rovinarsi!!
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #30 - 14.02.2009 at 21:56:49
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All'Hertz diapason non dispiace, è l'unica occasione d'incontrare un altro metallo, quella della macchinetta del puntale.

Ha provato ad accordare aggiungendo Hertz di differenza verso il grave? Otterrà una IV corda più cicciottella, che di questi tempi è tutto dire.

Fern
  
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #31 - 14.02.2009 at 22:09:49
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Credo che questo post, lo consumerò, per quante volte me lo andrò a leggere!!, farò tutto quello che il mio povero cervelletto riuscirà malapena a comprendere, .... per adesso sono solo estasiato!!!
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #32 - 15.02.2009 at 10:03:07
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OT uso improprio del diapason!
Mi sono ricordato, che da ragazzino, con i miei amichetti, avevamo trovato un modo moolto interessante per usare il diapason, quando si avvicinava l'estate e le nostre amichette iniziavano ad alleggerisi, percuotevamo il diapason e .... lo appoggiavamo (non dalla parte del pallino), nelle braccia o (per chi era più abile), nelle cosce delle nostre amiche!!...... facevano certi salti per aria!!!!
.... Eravamo cretini!!!, .... però ci schiattavamo dalle risate!!! Grin
Ciao
Giann
P.S. .... non ci leggono i minorenni, ...no? Roll Eyes
  
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #33 - 15.02.2009 at 11:11:16
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Come vede e ricorda, è uno strumentino simpatico e simpatetico, adatto anche per i giochi, dei più innocenti.
  
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #34 - 15.02.2009 at 13:53:24
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OT

sarebbe più corretto aprire un nuovo topic ma preferisco  postare in questo premettendo l' OT perchè ritengo siano più facili le eventuali comparazioni che si rendessero necessarie, con i precedenti post del Maestro Grillo, per comprendere il problema che ora espongo:

Come sistema operativo io uso Windows, così come tanti altri.
Altri ancora usano Mac. Tra i due sistemi dovrebbe esistere una perfetta compatibilità. Se così è perchè allora il Maestro Grillo scrive una cosa, suppongo con Mac, ed io ricevo a video (e anche a stampa) caratteri incomprensibili???

Il diesis espresso graficamente col simbolo musicale # e così il bemolle b, il doppio diesis e il doppio bemolle, mi appaiono come un quadratino vuoto della grandezza di un carattere. Un RE# mi appare come RE seguito da un'incomprensibile quadratino vuoto.
Se invece lo stesso RE# viene scritto racchiuso tra parentesi tonde mi appare correttamente come (RE#). E' chiaro che un simile problema rende incomprensibile qualsiasi testo che faccia uso della grafia musicale.
C'è qualcun'altro in forum che abbia lo stesso problema di incompatibilità. O devo pensare che è colpa del mio computer ????

Se così fosse, c'e in forum un esperto in informatica che sappia spiegare e suggerire una soluzione???

Fernando, usi Mac???

Rando tu che sicuramente usi Mac postaci una riga che riporti un pò dei caratteri, si fa per dire, incriminati. Una riga di testo come questa sotto:

RE# - RE# - RE# - RE# - (RE#) - (RE#) - (RE#)

Vittorio
 

  

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Fernando Grillo
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #35 - 15.02.2009 at 15:34:44
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Vittorio,

Io uso Mac, ma se Giann non riesce, chiedo a Bill, per Word che scrive così, con i # o i b dalla gamma dei caratteri musicali interna al sistema ♯ e ♭:

Re♯ - Re♯ - Re♯ - Re♯ – (Re♯) - (Re♯) - (Re♯) - (Re♯)

Re♭- Re - Re♭- Re♭ – (Re♭) - (Re♭) - (Re♭) - (Re♭) 

Con scrittura normale, non utilizzando la gamma dei caratteri musicali:

Re# - Re# - Re# - Re# – (Re#) - (Re#) - (Re#) - (Re#)

Reb - Reb - Reb- Reb – (Reb) - (Reb) - (Reb) - (Reb)

Certo che è un problema, e non da poco!

Fernando

  
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VIC
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #36 - 15.02.2009 at 16:12:04
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Fernando,

EUREKA...!!!! In tonalità maggiore:
Se usi la gamma dei caratteri musicali interni al sistema chi ha Window  (grazie Bill) al posto dei caratteri vede dei quadratini vuoti, sia tra parentesi che senza parentesi.

Con la scrittura normale, non utilizzando la gamma dei caratteri musicali, è pefettamente leggibile per tutti (grazie Gates).

eureka...!!!! In tonalità minore:
Sigh...sigh......tu l'hai detto è un problema non da poco. Tutto ciò che hai postato fino ad ora con caratteri interni al sistema sono per noi, Windowsdipendenti, incomprensibili.
E non solo diesis e bemolli ma anche altri che però non sono riuscito ad intuire e identificare. 

vittorio


 
« Last Edit: 15.02.2009 at 17:25:19 by VIC »  

La grandezza dell'uomo è inversamente proporzionale al suo voler apparire (anonimo)
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Fernando Grillo
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #37 - 15.02.2009 at 16:29:22
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Sigh...sigh..... devo dirlo io!

Ora mi metto a lavoro su "Modifica", WindoWdipendente!
« Last Edit: 15.02.2009 at 17:31:33 by Fernando Grillo »  
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randoservice
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #38 - 15.02.2009 at 19:02:21
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Buona sera, sono tornato da poco, mi dispiace di non essere stato utile, però stavate in buone mani col M° Grillo, io non ho mai avuto problemi di decodifica, per fortuna! .... è il talento che mi manca!!!
Ciao
Giann
  
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randoservice
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Re: Accordare il contrabbasso
Reply #39 - 19.02.2009 at 09:23:55
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E' da qualche giorno che questo post è diventato il mio pane quotidiano, farse è più esatto il mio post-colazione! Bellissima l'accordatura, per adesso con un Hertz di differenza, ..... però Maestro, .... baro!! ... sig!... uso l'accordatore, ... per adesso!!!
Ossequi
Giann
  
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