L’argomento proposto da Vittorio è, per me, di fondamentale importanza per il destino dei contrabbassisti italiani e non. Accolgo, quindi, molto volentieri il gentile invito di proudhon_Bakunin a trattarlo ma, poiché aborro l’illuminismo, mi limiterò a darne un breve commento (QUI, sulla brevità Paola la pensa diversamente), nella speranza che sia il più condivisibile possibile in quanto pragmatico.
Ritengo che, prima di avventurarsi negli – http//www. –, è bene rivolgersi alle risorse delle proprie “quattro mura” e verificare la disponibilità di un “diapason”:
nell’appannaggio dei materiali per l’apprendistato.
Consiglio allo studioso, qualora ne fosse sprovvisto, di rivolgersi a
http://www.musicherie.com/ (questa volta sì!) e di non lesinare nell’acquisto del migliore (sono soldi spesi bene!).
Io sono stato più fortunato al riguardo poiché, a suo tempo, venni a chiedere alla mia atavica bisnonna, reclusa ormai nelle “quattro mura”:
Bisnonna, ha per caso un diapason?
Sì, pronipote mio!
Vorrà donarmelo?
Certamente mio caro, è per te e per sempre!
Ma … bisnonna cara, è l’originale appartenuto a Rudolf !
Ehm … sì mi fu donato da Heinrich Rudolf Hertz il 31 dicembre del 1893 alle ore 24.00, nel mio ultimo viaggio in Germania, quando ebbi il piacere di conoscerlo di persona …
(
? )
Questo minuscolo oggetto di metallo (acciaio), assoggettato all’ardore del fuoco prima di essere forgiato, è quanto lo studioso deve possedere per compiere quei gesti rituali alle prime luci dell’alba e ancor prima di porsi al lavoro.
• Pratica mattutina:
Predisporsi al lato dello strumento (posizionato in senso verticale), sostenendolo con la mano sinistra posta sul ceppo.
Con la mano destra impugnare il “diapason” (con il pollice e l’indice, prensili, tra la forcella e la base sferica).
Ora attenti!
Percuotere il ginocchio della gamba destra [Voce fuori campo: Ecco, ci siamo! Dove vuole andare a parare Mastro Grillo?] con una dell’estremità della forcella.
Questo “attacco del suono” che rende vibratile il prodigioso strumentino nella forcella, condensandone ugualmente la vibrazione della sottostante sfera, è di fondamentale importanza per il risveglio della coscienza dell’operatore: la qualità sonora-vibratile dipenderà, infatti, dall’impatto del metallo sul ginocchio e sarà rivelatrice della natura – più o meno – impulsiva del contrabbassista “in nuce”.
Portare, quindi e di seguito, il “diapason” aldisopra della “effe” più vicina e in direzione della sottostante catena (immaginarne, di questa, la posizione), appoggiando la base della sfera, con la delicatezza dovuta e in modo quasi impercettibile, sul piano armonico: Et voilà … l’attacco del suono prodotto sul ginocchio si riverbera attraverso il piano armonico … la catena, nel misterioso antro dello strumento ed un suono, di 440hz, si effonde prodigiosamente dalle “effe” all’intorno, nell’abitacolo dello studioso.
A questo punto, e sempre di seguito, memorizzare il suono nel cervello (attraverso la sinapsi neurotrasmettitore per la ricaptazione nella membrana presinaptica, sempre per non scontentare ancor più gli scienziati!), riporre il diapason, impugnare l’arco, assumere la posizione allo strumento in modo corretto (qui si dovrebbe aprire un nuovo capitolo! ma per intanto unisco alcune brevi considerazioni, più avanti, nelle “Postille”).
Procedere, quindi, alla “Accordatura Normale” iniziando dal 3° armonico della II Corda “intavolando”, per il mezzo della meccanica della “macchinetta”, il suono armonico del “diapason” ancora aleggiante all’intorno.
Vedasi avanti, nelle “Postille”: Accordatura del Contrabbasso.
È ovvio che trattandosi di un 3° armonico o rapporto numerico pitagorico 3:2 (piccola rivelazione: significa che il 3° armonico appare 2 volte nella corda), potrà essere intavolato in due posizioni (“Visione “speculare” di quello che è in basso è in alto e vice versa): quella al “manico” (come sopra) e quella al “capotasto”, diteggiando opportunamente con il + (capotasto) e il 2, nel procedimento dell’accordatura iniziando dalla prima corda verso la quarta.
Per la “Accordatura Solista” accordare l’armonico del “diapason” con il 4° armonico della I Corda, intavolando in IV posizione.
L’intavolatura delle altezze del suono, sia per l’accordatura “Normale” che per quella “Solista” sono, a seguire, sempre in posizione “a mano ferma”, iniziando dalla prima corda verso la quarta.
Si consiglia per una “Accordatura personalizzata” di aggiungere progressivamente una o due Hertz di differenza (assecondando il proprio stato d’animo) nel procedimento dell’accordatura dalla I alla IV Corda (avremo, alfine, una IV Corda più “piena” e “corposa”).
À propos … nell’intavolatura delle altezze del suono è il posizionamento del Primo dito, l’ indice, che determina la posizione, ad iniziare dalla Prima Mezza posizione ½ e a seguire I, II, III, IV posizione, etc. (avanzando sempre con il primo dito!).