Scusa ma non capisco cosa vuoi dire con 'non sono d'accordo'. Non sei d'accordo che il pernambuco sia un legno molto denso? Non è mica un'opinione mia (e chi sono io per dirlo?!?) ma di qualunque liutaio che conosca un minimo il materiale. Che poi possa essere più o meno denso (e con conseguenti varianti di sonorità, come dice Beppe) è un conto. Ma poroso certamente no: nessun legno da archetteria potrebbe esserlo. Nè il pernambuco, nè lo snakewood, nè il legno ferro. Punto. Pena essere inadeguato alla trasmissione del suono. Hai mai provato ad usare un legno da viella? (in legno nostrano, in gener faggio o legno da frutta, visto che all'epoca delle vielle il Brasile non era ancora stato scoperto). Il suono è povero, scarno, non viaggia: come doveva presumibilmente essere all'epoca. Adeguato alla viella, intendiamoci: ma sicuramente fuori luogo su uno strumento moderno e per un repertorio moderno. Eppure il faggio (tanto per dire uno dei legni adoperati in questo contesto) non è certo un legno poroso, semplicemente è meno compatto dei legni tropicali. Lucchi stesso sosteneva, solo sabato scorso, che a suo avviso anche lo snakewood non è abbastanza compatto da far viaggiare in modo conveniente il suono come si richiede ad un arco moderno: ecco perchè il suo uso è limitato al repertorio antico. E non è una MIA opinione, ma un dato di fatto. Sarcasmo nelle mie parole quando parlo di liutai? Non credo: direi piuttosto 'ferocia', o almeno questo è nelle mie intenzioni: se poi non riesco a dare quest'impressione, me ne scuso. Forse sarà perchè vedo parecchi amici liutai (grazie a Dio ce ne sono ancora!!! Non sono finiti tutti in Cina...) che lavorano con passione ed onestà, che il più delle volte devono adattarsi a fare della liuteria un secondo lavoro, sbarcando il lunario durante il giorno con un altro lavoro più o meno accettabile che però toglie tempo al loro obiettivo primario, perchè non hanno 'papy' che li spesa e mantiene, e perchè sono troppo appassionati a ciò che fanno per mettere in circolazione roba scadente tanto per far soldi; gente che (giuro! l'ho visto con i miei occhi) ha SPACCATO lavori che non riteneva adeguati ad essere commercializzati, e si è rimessa con tanta umiltà e pazienza a rifarlo, cercando di non ricadere negli errori precedenti. Anche se magari ci hanno rimesso fior di soldi di materale, e anche tenendo conto che se avessero avuto un po' più di faccia di tolla e di pelo sullo stomaco sarebbero riusciti senz'altro a smerciarlo a qualcuno... Poi vedo anche, per contro, una quantità di furbetti che approfittano dell'ingenuità del oro prossimo per ubriacarlo di ciarle e far passare qualunque porcheria per lavoro di alta liuteria: e - questo è il grave - vedo anche tanti musicisti che ignorano in modo totale qualunque costruttore che non sia 'un nome', senza minimamente perdere anche solo un attimo del loro tempo a prendere in considerazione in modo obiettivo il loro lavoro. Quando ho acquistato il mio Golia, mi sono vista caricare da diversi colleghi che mi hanno stroncata per aver comprato uno strumento di un liutaio all'epoca poco conosciuto: questo SENZA NEMMENO AVER PROVATO O VISTO LO STRUMENTO!!! (E chi se ne importa chi l'ha fatto?? L'avesse fatto pure il mio veterinario... dovrebbe semplicemente suonare bene!). Ora gli stessi individui mi dicono: "Certo che hai avuto un bel colpo di fortuna.. comprare un Golia alla metà del suo valore di mercato!!!". Ho avuto fortuna, oppure ho solo dedicato un po' di tempo a dar fiducia ad un altro professionista? E se un musicista, come i liutai in questione, si vedesse tagliare le gambe a priori solo perchè non è un 'nome', senza nemmeno poter dimostrare la bontà del suo lavoro, come si potrebbe sentire? Ci avete mai pensato? Beh, a me è successo. Forse questo può spiegare la mia solidarietà con i liutai. Poi, beninteso, io le mie idee non le ho sposate, e sono dispostissima a cambiarle, ma a fronte di dimostrazioni precise e fatti concreti. La cosa che mi convince di più, comunque, è sempre la pratica. Questo è anche il motivo per cui non amo le disquisizioni teoriche sulla liuteria: perché alla fine sono i fatti che fanno girare l’ago della bilancia. Per quanto mi riguarda, mi potrebbero dare anche in mano un arco di terracotta ed un contrabbasso in granito: SE SUONANO in mano a chi li usa, vuol dire che vanno bene. E basti vedere i musicisti dell’est: ho avuto il piacere di sentire una contrabbassista (e persona) straordinaria, grazie alla quale ho capito, credo, fino in fondo il concerto di Koussevitzki:. Suonava con delle cordacce immonde che l’ultimo degli studenti al primo anno di Conservatorio qui in Italia avrebbe rifiutato di usare… giuro che da allora ho smesso di imputare allo strumento quelli che in realtà sono i MIEI limiti. La mia latitanza dai forum non è dettata né da spregio né da disinteresse: semplicemente passando la gran parte delle mie ore al pc per lavoro, trovo insano sprecare anche le altre davanti ad un monitor, ed alla fine mi manca la voglia di seguire le discussioni e prendere parte, anche se sono interessanti… tutto qua. Ciao e scusatemi per la prolissità e i pochi peli sulla lingua.
|