Stage del Petracchi al Conservatorio di Monopoli. Durante le prove del Maestro con il suo pianista dello "Sconcerto" di Trovajoli, per il concerto della serata finale insieme ai migliori corsisti, Petracchi si mostra abbastanza insoddisfatto del suono dei suoi pizzicati nella prima parte del primo tempo di questo difficile brano. Il problema è he, come lo stesso Petracchi nota avendo quel primo tempo delle connotazioni jazzistiche palesi, sarebbe stato più corretto pizzicare quelle note con la tecnica jazzistica, e non con il solo medio a mezza tastiera, tipo orchestra. Cosa simpatica, il Maestro tenta in vari modi di pizzicare "alla jazzista", ma, generando un pò lo stupore generale, la cosa non gli riusce proprio (N.d.M.: causa anche corde, tenute a due millimetri dalla tastiera ed iper-frustanti). Con molta semplicità, il Maestro chiede consiglio a qualcuno dei giovani presenti per capire bene come poter ottenere un pizzicato jazzisticamente più valido. Al che, due studenti intraprendenti si alzano dalle loro sedie e mostrano al Maestro, sul suo strumento, la tecnica base del pizzicato Jazz con indice-medio e pollice appoggiato sul bordo esterno della tastiera. Il Maestro prova e riprova, ma quei pizzicati, con quella tecnica appena mostratagli, uscivano veramente poco sonori e non ben focalizzati. Alla fine, dopo vari tentativi sia in un modo che nell' altro, quasi ad alzata di mano di tutti i presenti nel salone dei concerti del Conservatorio, in maniera molto democratica, si conviene che la soluzione sonora migliore, almeno per il Maestro, è il pizzicato tradizionale classico. Insomma, in quello stage, il MAESTRO prese una decisione definitiva: saranno pizzicati Jazz, ma in versione "classica" suonano meglio. E da allora, anche quando la settimana successiva fu a Santa Cecilia per eseguire questo difficile "Sconcerto" con l' Orchestra, la tecnica adotta fu sempre quella. Come dire: anche gli allievi hanno potuto dire la loro in una scelta musicale presa da un grandissimo com' è il Petracchi.
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